

La società Barilla si è unita a Il Bullone nel progetto CICATR/CI MILANO – L’arte di ripartire, con la volontà di lasciare un segno tangibile a memoria della forte ed inattesa esperienza che tutti quanti noi abbiamo vissuto durante il periodo della pandemia.
Un segno che diventa simbolo dell’impegno crescente nella responsabilità sociale dell’azienda. Durante la prima fase della pandemia, l’attività delle fabbriche e la fornitura dei prodotti non si è mai fermata in modo da non far mancare a nessuno alimenti di prima necessità come pane e pasta.
L’azienda e le sue persone, se da un lato hanno lavorato senza sosta, dall’altro hanno cercato modi e strade per dare sostegno a chi combatteva in prima linea per salvare vite e sconfiggere il virus.
La massima protezione è stata una priorità, ma lo è stata anche l’impegno solidale verso i lavoratori e verso la comunità allargata, in linea con un pensiero sostenibile che cerca di “abbracciare” l’uomo e l’ambiente. Per questo motivo, l’opera realizzata in condivisione con Barilla è una Venere di Milo, icona della bellezza femminile, che vuole essere rappresentativa dell’azienda come luogo che protegge, incoraggia e sostiene le proprie persone anche nei momenti di difficoltà, aiutandoli nella crescita. Una piccola rappresentanza di questa grande famiglia aziendale si è riunita per dare corpo al racconto pieno di emozioni di un periodo a due facce.
Queste le parole di Monica Marcacci portavoce e referente di tutto il Gruppo ERG -Barilla Employee Resource Group -ThisAbility: «L’incontro e il confronto con i ragazzi del Bullone, uno dei primi in presenza dopo tanti mesi di distanziamento e di videoconferenze, oltre ad aver arricchito di nuovi contenuti e idee questa bellissima iniziativa, è stato carico di emozioni contrastanti e forti per ciascuno di noi. Sono stati tanti i sentimenti vissuti durante il periodo del lockdown, come solitudine, paura, nostalgia, ma anche un forte senso di appartenenza all’Azienda che abbiamo sempre sentito vicina e presente. Questa statua davvero rappresenta le emozioni che abbiamo vissuto durante i mesi più duri della pandemia e ben raffigura quali valori abbiamo preso a riferimento per continuare a portare avanti il nostro lavoro quotidiano con la solita dedizione e cura».





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